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venerdì 2 giugno 2017

Riflettiamo sui diritti e la festa della Repubblica

Il 2 giugno si festeggia la Repubblica Italiana.
Si festeggia il referendum dei due giorni del 1947, 2 e 3 giugno, grazie al quale l'Italia divenne una repubblica. Si festeggia il primo voto delle donne. Si festeggia la democrazia di questo paese. Per essere corretti, si dovrebbe festeggiare tutto questo.
Personalmente credo non ci sia molto da festeggiare in un paese che è al 52° posto per la libertà di stampa, un paese che ha imbavagliato gli operatori sanitari, un paese in cui ogni giorno vengono calpestati i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione (libertà di scelta in ambito sanitario e di cura, associazionismo, libertà di pensiero e di espressione).
I cittadini vorrebbero riappropriarsi dei loro diritti, in modo pacifico, con manifestazioni pacifiche. Le manifestazioni organizzate per il 3 giugno nelle varie piazze saranno con tema principale il bianco, il silenzio, la tranquillità di molte famiglie che vogliono poter scegliere.
Nessuno è estremista. Chi mai potrebbe essere estremista con figli in braccio o che corrono qua e là? Perché dobbiamo ammetterlo, l'unico attentato che si potrebbe mai fare è di non buttare un pannolino pieno, di schizzare del latte da un biberon, di allattare in pubblico i propri pargoli o calpestare un piede con la ruota del passeggino.
Siamo pacifici e chiediamo solo i nostri diritti. Per questo hanno paura. Siamo solo genitori e cittadini che chiedono i loro diritti.
Non ci dissociamo da una bomba carta presunta contro un centro vaccinale o minacce varie perché sappiamo che non vengono da noi, madri, padri, zii, cugini, nipoti, che chiediamo solo che vengano rispettati i diritti.
Noi siamo pacifici e questo sarà evidente da quel fiume di persone che domani e nelle prossime date sarà in tutte le piazze.
Domani io sarò presente a Cesena, mentre Serena Alessandrini e Luca Bazzanini saranno a Bologna.
Vi aspettiamo numerosi e in tutte le piazze.
Il 9 giugno vi aspetto al convegno a Firenze, indetti grazie a RIP - Riprendiamoci Il Pianeta.
https://www.facebook.com/events/139172906631841/?ti=cl
Vi ricordo che l'11 giugno c'è la Manifestazione Nazionale a Roma (vedi foto allegata).
Ce ne sarà un'altra l'8 luglio a Pesaro.




giovedì 2 febbraio 2017

Genitori uniti contro l'obbligo

Questa volta non farò un breve excursus per quanto riguarda tutte le regioni poiché da quello che potete capire leggendo i giornali o guardando la TV, stiamo lentamente ed inesorabilmente “degenerando” più o meno dovunque.

Abbiamo pensato che sarebbe interessante iniziare a postare le testimonianze dei genitori sia su questo blog ma che sul sito dei “Genitori del NO Emilia Romagna” che vi invito a visionare a http://genitoridelno-emiliaromagna.webnode.it/. Questo perché spesso i genitori che vaccinano non sanno che spesso anche chi non vaccina ha le stesse paure, si è pur sempre genitori che devono prendere delle scelte. Serve anche per far capire che le scelte non si fanno tanto per fare, ma si hanno grandi responsabilità nei loro confronti.
Per chiunque volesse raccontare la propria storia, che verrà pubblicata in forma anonima, chiediamo di inviarla a genitoridelnoer@gmail.com oppure info.liberidallobbligo@gmail.com scrivendo come oggetto “Testimonianza”.

Risulta di questi giorni la comunicazione che le ASL inviano mail ai genitori comunicando, sulla base di una circolare, che non ho ancora trovato, che basterebbero 3 delle 4 vaccinazioni obbligatorie per accedere ai servizi 0 – 3 anni. Una circolare ha un valore legale pari a zero, e sarebbe da inserire come integrazione al regolamento attuativo pubblicato, ma indifferentemente da tutto ciò, una circolare non può affermare che, nella pratica, un obbligo di legge non può essere adempiuto poiché manca il vaccino.
Questo punto credo personalmente possa essere il primo di una lunga serie di problematiche che verranno fuori nei prossimi mesi.
Siamo fiduciosi!
Colgo l'occasione per salutarvi calorosamente e dirvi di resistere. Non siamo soli e non siamo pochi!

Ana Diana Demian

I link ai gruppi regionali che esistono.

Genitori del NO Emilia Romagna 
https://www.facebook.com/groups/524345757775541/

Comitato genitori per la libertà di scelta FVG
https://www.facebook.com/groups/333803580333737/

Vaccini (MC) Genitori per la vita  (Marche)
https://www.facebook.com/groups/VACCINIMC/

venerdì 13 gennaio 2017

Regolamenti attuativi Emilia Romagna

Comunicazione di aggiornamento

A quanto pare per la regione Emilia Romagna, il regolamento attuativo, risale al 21 dicembre, mentre sul BURERT, Bollettino Ufficiale della regione, è stato pubblicato solo in data 11 gennaio. Può essere che qualcuno abbia fatto loro notare che andavo pubblicato lì, per essere efficace a livello di legge. 
Il regolamento lo potete trovare qui: http://servizissiir.regione.emilia-romagna.it/deliberegiunta/servlet/AdapterHTTP?action_name=ACTIONRICERCADELIBERE&operation=downloadTesto&codProtocollo=GPG/2016/2470

Riporto i punti salienti dal regolamento:


- definizione nidi, servizi integrativi e attività ricreative.

- Nidi d'Infanzia, intesi nelle diverse modalità organizzative quali c.d. Micronidi, Nidi part-time, tempo lungo, Sezioni di Nido aggregate ad altri Servizi Educativi o Scolastici dette anche “Sezioni Primavera”;
- Servizi Integrativi al nido: Spazio Bambini, Servizi Domiciliari, Centro per Bambini e Famiglie (CBF), Servizi Sperimentali (CBF e Servizi Sperimentali sono connotati da una specifica progettazione pedagogica, orientata anche alla continuità educativa 0-6 anni);
- Servizi Ricreativi: si tratta di Servizi che hanno finalità puramente ricreative e si rivolgono a bambini dai 3 ai 36 mesi, che ne fruiscono occasionalmente e dunque esclusivamente soggetti alle vigenti norme relative alla sicurezza e alla salute;
- non si estende ai bambini che, pur avendo meno di tre anni, sono iscritti quali “anticipatari” alla scuola dell’infanzia, in quanto soggetta a normativa statale;
- L’idoneità per l’iscrizione e per la frequenza ai Servizi oggetto del presento atto:
per tutti i vaccini obbligatori sono necessarie:
· 1 dose per chi accede alla collettività fino ai 6 mesi
· 2 dosi per chi accede alla collettività fino ai 12 mesi
· 3 dosi per chi accede alla collettività fino ai 18 mesi;
se il ciclo vaccinale è completato (tre dosi) i Servizi Vaccinali delle Aziende USL rilasciano un certificato di vaccinazione a tutti i bambini dopo l'effettuazione delle tre dosi delle vaccinazioni obbligatorie riportando in calce la dicitura "Le dosi vaccinali effettuate ottemperano a quanto previsto dalla L.R. n. 19 del 25/11/2016 per l'accesso ai Servizi per la prima infanzia" e sarà valido per tutti e tre gli anni;
- i bambini che accedono ai Servizi ad un'età inferiore a 6 mesi, verranno ammessi con riserva e il genitore si impegna ad eseguire la prima dose dei vaccini entro i 6 mesi di età;
- i bambini che si iscrivono al 2° e 3° anno e che non sono mai stati sottoposti alle vaccinazioni obbligatorie dovranno iniziare il ciclo vaccinale ed effettuare almeno le prime due dosi di ciascuna vaccinazione obbligatoria prima di accedere al Servizio. Inoltre, dovranno completare il ciclo vaccinale (terza dose) prima della eventuale iscrizione all'anno successivo;
- anche i bambini che già stanno frequentando i Servizi oggetto del presente atto e che vengono eventualmente ammessi automaticamente agli anni successivi dovranno essere in regola con le vaccinazioni obbligatorie secondo lo schema sopra riportato. Anche in questo caso l'ammissione/frequenza all'anno successivo non sarà possibile senza presentazione del certificato vaccinale
- ESONERO: Nei casi in cui la vaccinazione deve essere omessa o differita, l'esonero per motivi sanitari deve essere certificato dal pediatra di libera scelta e autorizzato dai Servizi Vaccinali delle Aziende USL ai fini dell’accesso.
A quanto pare non ci sono state notizie sulle richieste di riesame inviate a inizio dicembre.
Per quanto riguarda invece il momento dell'applicazione, cito “A partire dall'anno educativo 2017-2018 per l'iscrizione e comunque per la frequenza dei bambini ai Servizi Educativi e Ricreativi, pubblici e privati”, quindi si dovrebbe presumere che si applicherà dall'A.S. 2017/18.
Questi sono i punti salienti del regolamento pubblicato dalla Regione. Attualmente aspettiamo conferma dal legale per avere i chiarimenti in merito e per capire come muoverci.
Per quanto riguarda le altre regioni, sembrerebbe tutto quasi fermo, fatta eccezione per Triste, dove in data 11 gennaio c'è stata l'udienza di ricorso contro la delibera comunale.
Per qualsiasi cosa, rimaniamo a vostra disposizione.

Ana Diana Demian
Presidente LOV - Liberi dall'Obbligo Vaccinale

giovedì 22 dicembre 2016

Aggiornamento generale

Salve a tutti, scrivo il seguente comunicato per aggiornarvi in merito a tutto ciò che concerne la questione obbligo vaccinale e nidi/materne.
- Trieste e Friuli Venezia Giulia: 
In merito a Trieste sappiamo ancora poco di che cosa ci si deve aspettare, poiché la regione ha rimandato il commissione la proposta e non sappiamo se e come decideranno di muoversi dalla giunta comunale, intanto si stanno preparando i ricorsi con il COMILVA, a quanto ne sappiamo.
Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia sembrerebbe che la proposta sia stata rimandata in commissione.
-Veneto: provvederò nei prossimi giorni a leggere la proposta e tutto ciò che ne concerne, ma rimane sicuro il fatto del comune di Roveredo, dove sembra sia stata approvata una delibera in merito alla questione vaccini - nidi/materne.
- Lombardia: sappiamo che attualmente la proposta è ferma.
- Lazio: stiamo ancora cercando di reperire e capire come si stanno muovendo in giunta regionale.
- Campania: sembra sia stata avanzata la proposta di legge in merito all'obbligo vaccinale.
- Perugia: sembra sia stata discussa e approvata una mozione in merito all'obbligo vaccinale.
- Toscana: il giorno 9 gennaio verrà fatta la prima udienza di discussione della proposta.
- Marche: un gruppo di genitori si sta occupando della raccolta firme in merito alla questione da sottoporre in regione.
- Sardegna: la proposta è stata rigettata.
- Sicilia: la proposta ad ora deve essere ridiscussa in Commissione.
- Grosseto: la discussione definitiva avverrà in data 28 dicembre.

Infine per quanto riguarda la questione Emilia Romagna, sono state inviate moltissime raccomandate, visto quante adesioni abbiamo riscontrato.


In merito alla questione ricorso, ci tengo a fare alcune precisazioni, di modo che non ci siano altri malintesi.
Ad oggi per molte raccomandate sono già arrivate le ricevute, mentre per altre ancora no, questo è per il fatto che molte sono state spedite a ridosso del ponte del 8 dicembre.
Insieme al legale abbiamo deciso che in caso di mancanza di riscontro, verso inizio gennaio, ci sentiamo per consultarci e vedere come procedere con il ricorso per il TAR.
Nel caso questa richiesta di modifica, fatta in via bonaria, non venisse accolta, si procede con un ricorso vero e proprio al TAR, in opposizione alla Regione, impugnando la legge.La questione ricorso è stata dibattuta molto bene, ovvero: come la stessa legge recita, i regolamenti attuativi, non verranno recepiti e pubblicati dal singolo comune, ma dalla regione stessa sul BURERT (Bollettino Ufficiale della Regione Emilia Romagna); l'unica differenza che ci può essere tra i comuni è a livello di ammontare della sanzione amministrativa che verrà fatta alle strutture che non applicano la legge (che dovrà comunque essere compresa tra i 2.000 ed i 10.000€); Il ricorso sarà da effettuare in opposizione quindi alla regione in due modalità: preventivamente, quindi senza aspettare che inizino le esclusioni e decadano i tempi utili per la presentazione del ricorso, oppure di risposta alla prima esclusione che verrà effettuata. Nel primo caso si parte già di gruppo, nel secondo caso i genitori che potrebbero vedere i bimbi esclusi si possono unire a quello della prima famiglia. Unendo le forze il costo sarebbe irrisorio, anche solo con un centinaio di famiglie.


Vi ricordo che per qualsiasi dubbio o domanda, siamo aperti al dialogo e in modo sereno e civile. 

Colgo l'occasione per augurarvi un sereno Natale insieme a tutti coloro i quali vi sono maggiormente cari, da trascorrere sereni e felici.
Siamo speranzosi, speriamo in un mondo migliore, lo dobbiamo ai nostri figli.


Ana Diana Demian
Presidente LOV - Liberi dall'Obbligo Vaccinale

venerdì 18 novembre 2016

Somministrazione di un vaccino

Procedura per la somministrazione di un vaccino

Nel precedente post ho parlato di vaccini e immunità di gregge, per chi se lo fosse perso, questo è il link. Parliamo ora della procedura di somministrazione di un vaccino, non solo pediatrico. Essendo una pratica medica diffusa su tutto il territorio in teoria ogni regione dovrebbe avere una prassi da seguire oppure una prassi dettata dal Ministero della Salute con linee guida valide per il territorio nazionale. Una prassi che riduca al minimo possibile il rischio di danni o errori umani – alla fine si tratta pur sempre di un intervento medico di profilassi preventiva in persone sane.
Dopo una lunga ricerca constato con grande disappunto che l'unico file online abbastanza aggiornato appartiene alla regione Veneto, unica regione senza obbligo di vaccinazione, essendo stato sospeso nel 2007. Questo è il link per il file in PDF, datato 2011.
Da questo file possiamo leggere che la prassi prevede:
  • Prassi prima di vaccinare - La prima cosa che bisogna fare è controllare la temperatura del frigorifero, i lotti, il carrello dei farmaci e impostare il software delle vaccinazione (compreso il nome degli operatori presenti).
    Il personale sanitario, prima della somministrazione, deve sempre controllare lo stato vaccinale del soggetto (nella documentazione in archivio o in quella presentata dal paziente). Procede poi alla somministrazione delle vaccinazioni e quindi informa i genitori del vaccinato circa i più comuni provvedimenti da assumere in caso di eventuali effetti collaterali e/o reazioni avverse, anche avvalendosi del materiale informativo specificatamente predisposto, inclusa la segnalazione al servizio per l’eventuale gestione del caso e la successiva trasmissione al sistema nazionale di farmacovigilanza. Durante le sedute vaccinali vanno rispettate scrupolosamente tutte le misure di igiene personale; in particolare le mani del vaccinatore dovranno essere lavate dopo ogni intervento. Prima di ogni somministrazione il personale vaccinatore deve controllare che il prodotto da utilizzare corrisponda al vaccino da inoculare non fidandosi esclusivamente di osservare forma e colore delle confezioni esterne; deve controllare altresì la data di scadenza, il colore e l’aspetto del preparato.
  • Informare - Il personale sanitario incaricato lo accoglie e verifica se i genitori (o l’assistito) hanno ricevuto l’Opuscolo informativo regionale sulle vaccinazioni e ne hanno adeguatamente preso visione - in caso negativo ne fornisce copia; se i genitori (o l’assistito) hanno ricevuto adeguate informazioni dal pediatra di famiglia o dal medico di famiglia; se i genitori (o l’assistito) sono in possesso di documentazione relativa ad eventuali vaccinazioni già eseguite (in sede o altrove).
    L’informazione deve essere comprensibile, evitando di ricorrere, per quanto possibile, a termini medici non alla portata di tutti. Particolare attenzione deve essere dedicata all’informazione in occasione della prima vaccinazione: il colloquio deve essere sempre un momento di dialogo, volto alla condivisione delle scelte. Nelle sedute successive oltre all’informazione specifica dovranno essere rilevate eventuali reazioni avverse alle precedenti somministrazioni e anticipati gli appuntamenti futuri.
  • La scheda anamnestica e verifiche correlate - Vanno riportate la sede e la modalità di esecuzione della vaccinazione: l’annotazione della sede di somministrazione risulta importante per la rilevazione degli eventuali effetti collaterali locali in caso di somministrazioni multiple – questo per semplificare la segnalazione di sospetta reazione avversa in caso servissero i dati. La scheda va firmata dal sanitario che ha raccolto l’anamnesi e anche dal sanitario che ha eseguito la vaccinazione, indicando anche il medico responsabile della seduta vaccinale.
    Se il soggetto da vaccinare ha già avuto precedenti accessi al Servizio, la raccolta dei dati anamnestici andrà registrata sulla scheda già esistente e agli atti dell’ambulatorio vaccinale. In particolare, il personale sanitario incaricato non medico verifica l’eventuale comparsa di effetti collaterali dopo le precedenti vaccinazioni.
    Qualora l’anamnesi non metta in evidenza problemi sanitari di rilievo il personale sanitario conclude per l’idoneità alla vaccinazione. Nel caso emergano incertezze o problemi sanitari specifici, il personale sanitario consulterà il medico responsabile per la seduta vaccinale, che assumerà la decisione definitiva (vaccinazione, rinvio, esonero, eventuali consultazione di altri specialisti).
    La consultazione del medico e le conseguenti decisioni di rilievo, andranno annotate sulla scheda anamnestica (o sulla scheda di vaccinazione), così come ulteriori richieste specialistiche o documentali.
    E’ necessario aver cura di comunicare al medico curante o al pediatra del soggetto da vaccinare decisioni difformi al calendario previsto. Ogni valutazione sull’idoneità alla vaccinazione deve essere fatta in sede ambulatoriale e non telefonicamente.
  • Quando il soggetto da vaccinare si presenta al servizio vaccinale, il personale sanitario non medico:
    • verifica i dati e lo stato vaccinale del soggetto sulla scheda di vaccinazione;
    • verifica il contenuto del libretto delle vaccinazioni e/o del libretto sanitario individuale o altra documentazione;
    • presenta le vaccinazioni previste dal calendario di vaccinazione, verificando che le principali informazioni necessarie per esprimere un’adesione consapevole siano state correttamente comunicate;
    • offre attivamente (o comunque comunica la possibilità di eseguire) le altre vaccinazioni raccomandate;
    • risponde alle richieste di chiarimenti da parte dei genitori promuovendone gli aspetti positivi sul piano individuale e collettivo; favorisce il colloquio dei genitori con il medico della sede vaccinale a fronte di richieste di chiarimenti complesse;
    • sensibilizza sull’importanza di registrare sul libretto personale o altro documento le somministrazioni ricevute.
    Nei casi complicati, qualora lo ritenga necessario, il medico responsabile della seduta vaccinale richiede la consulenza specialistica, in regime di esenzione ticket, curando direttamente le prenotazioni al fine di creare il minimo disagio per l’utente.
    L’esenzione ticket deve essere applicata a tutte le vaccinazioni raccomandate, facenti parte dei livelli essenziali di assistenza (LEA), in quanto eseguite a tutela del prevalente interesse della collettività.
    Qualora si ritenga necessario somministrare la vaccinazione in ambiente protetto, il medico provvederà anche per l'organizzazione dell'accesso ospedaliero. E’ buona regola comunicare e motivare le proprie decisioni con il medico curante o il pediatra.
    Esonero - In caso di controindicazione temporanea a lungo termine o di controindicazione assoluta il medico responsabile della seduta vaccinale cura l’acquisizione agli atti di tutta la documentazione clinica, decide per l'eventuale esonero, aggiorna la scheda individuale in modo chiaro ed evidente e la firma.
    In presenza di controindicazione temporanea o di precauzione, il personale sanitario non medico incaricato, valutata la documentazione o le condizioni cliniche, se necessario in collaborazione con il medico responsabile della seduta vaccinale, fissa la data del nuovo appuntamento o concorda le modalità per stabilire l’accesso successivo.
  • Tempi di attesa - Dopo l’esecuzione delle vaccinazioni il personale sanitario deve invitare i genitori del vaccinato a sostare di norma per 15 minuti circa negli spazi d’attesa della sede vaccinale, allo scopo di intervenire immediatamente nel caso di reazioni avverse a rapida insorgenza. Il periodo di osservazione va prolungato a 30 minuti in caso di rilevazione, all’anamnesi, di gravi allergie a sostanze non presenti nei vaccini (alimenti, farmaci, ecc.), o di precedenti di allergie lievi allo specifico vaccino o ai suoi costituenti.
  • La documentazione - delle vaccinazioni somministrate è importante per garantire che le persone siano state effettivamente ed adeguatamente vaccinate e per evitare ritardi vaccinali o somministrazioni ingiustificate. Ogni somministrazione perciò deve essere registrata correttamente su apposite schede individuali o su registri cartacei o computerizzati. La registrazione, oltre a contenere i dati anagrafici del soggetto vaccinato e la data di somministrazione, deve riportare tutti gli elementi essenziali per identificare in ogni momento il vaccino utilizzato; deve comprendere il nome dell’operatore sanitario che ha effettuato la somministrazione e del Medico responsabile della seduta vaccinale.
    Tale pratica è indispensabile anche per la possibilità di comparsa di eventi avversi o la richiesta di indennizzo per danni da vaccinazione (Legge 210/92). La data ed il tipo di vaccino somministrato devono essere registrati anche sul libretto personale del vaccinato. Per la segnalazione di sospetta reazione avversa, ecco il link al PDF della corretta prassi.
    Per i soggetti non residenti, è necessario documentare nelle schede, o nei registri vaccinali, i risultati di eventuali test sierologici relativi a malattie prevenibili con vaccino.
    Nel caso leggendo vi siate accorti di inesattezze nel vostro libretto, dal seguente link potete trovare il percorso da seguire per ottenere i dati mancanti.
  • Difformità, errori o problematiche - In ciascuna sede vaccinale viene nominato un Responsabile della somministrazione e della registrazione delle vaccinazioni il quale è garante della conformità delle attività di somministrazione e registrazione delle vaccinazioni. Qualora in una delle attività oggetto della presente procedura si riscontri una significativa situazione di difformità, tutto il personale sanitario incaricato (medico e non medico) deve procedere con una segnalazione scritta al Medico del centro vaccinale e ne archivia una copia nel registro delle “non conformità”, assegnandole un numero identificativo progressivo.
    Il Medico del centro vaccinale esaminerà semestralmente le schede del Registro delle “non conformità” per verificare che siano state risolte, in caso contrario effettuerà un riesame delle cause che hanno determinato situazioni difformi rimaste irrisolte. Annualmente riporta al Responsabile per la somministrazione e registrazione delle vaccinazioni l’esito della sua valutazione sulle schede raccolte nel Registro per condividere un’eventuale revisione della procedura.
    Il Responsabile per la somministrazione e registrazione delle vaccinazioni provvede ad aggiornare tempestivamente i “Riferimenti” presenti in questa procedura ogni qual volta i documenti, le linee guida ed ogni altra informazione qui contenuta necessiti di essere sostituita, integrata, aggiunta e/o modificata.

Nota personale – Constato con grandissimo rammarico che purtroppo online vi sono pochissime informazioni in merito a tale pratica e che l'unica abbastanza valida appartenga ad una regione, il Veneto, dove dal 2007 i vaccini non sono più obbligatori. Rimane pur sempre un file datato 2011 e che non è stato più aggiornato.
Spero che queste informazioni siano utili e che ognuno, nel proprio piccolo, le possa segnalare alla propria azienda sanitaria di riferimento per cercare di chiedere maggior trasparenza, correttezza e precisione – qui si parla della nostra salute e dei nostri figli – pretendere garanzie è un dovere.
http://iononvaccino.blogspot.com/2016/07/proceduraper-la-somministrazione-di-un.html

Fonti

Da "Genitori del NO" a L.O.V. - Liberi dall'Obbligo Vaccinale

Qui di seguito vi riportiamo il testo del gruppo "Genitori del NO", testo con cui abbiamo fin dal primo momento dimostrato le nostre intenzioni di lottare per i diritti dei nostri figli e del futuro di quelli che verranno.
Riteniamo che la proposta fatta nella nostra regione sia un abuso di potere, un ricatto, e come cittadini di un paese democratico, non intendiamo sottostare a tutto questo.
Vi allego qui di seguito il testo di noi "Genitori del NO Emilia Romagna"

Gentili Onorevoli,
Siamo qui oggi per sottoporvi il nostro parere ed i nostri timori, più che giustificati, in merito ad una questione che ci tange personalmente. Parliamo delle vaccinazioni, in questo particolare caso, di quelle pediatriche e dell'iniziativa di legge “Servizi educativi per la prima infanzia. Abrogazione della L. R. n. 1 del 10 gennaio 2000”, oggetto numero 2880 della X Legislatura.
In tale proposta di legge, ritroviamo l'art. 6 comma 2, citiamo:
Al fine di preservare lo stato di salute sia del minore sia della collettività con cui il medesimo viene a contatto, costituisce requisito di accesso ai servizi educativi e ricreativi pubblici e privati; l'avere assolto da parte del minore gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente. Al fine dell'accesso, la vaccinazione deve essere omessa o differita solo in caso di accertati pericoli concreti per la salute del minore in relazione a specifiche condizioni cliniche. Entro un mese dall'entrata in vigore della presente legge, con apposito provvedimento la Giunta regionale specifica le forme concrete di attuazione del presente comma.”
Siamo qui per cercare di instaurare una discussione in merito a tale proposta, dal punto di vista medico, legale e anche come cittadini.
Il tema delle vaccinazioni è stato trattato negli ultimi anni con troppa superficialità, sia da parte dei medici, dei genitori, degli organi di stampa e delle istituzioni stesse. Parliamo di un atto medico preventivo, effettuato in persone sane, di un farmaco, che comporta sia dei benefici ma anche dei rischi. Parliamo di un farmaco, e come tale ha controindicazioni, effetti collaterali, anche gravi. Il problema delle vaccinazioni è che purtroppo non esistono degli esami pre-vaccinali che possano assicurare di non avere danni, come si può tranquillamente notare nel seguente report.
Solo nel 2015 sono stati riportati 7892 casi di reazioni avverse, come si può leggere dal rapporto OsMed pubblicato a giugno 2016 e che riguarda le segnalazioni del 2015, consultabile al seguente link: http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/Rapporto_OsMed_2015_AIFA-acc.pdf. Considerando che annualmente nascono meno di 500.000 bambini, le reazioni avverse segnalate, oltre ad essere considerate sottostimate dalla stessa AIFA, hanno incidenze ben più alte di quelle solitamente riferite.
Molti di questi danni si sarebbero forse potuti evitare se fossero state fornite informazioni non tendenziose e corrette alle famiglie, quello che purtroppo ancora troppi addetti del sistema sanitario rifiutano di ammettere poiché hanno paura delle possibili conseguenze sulla loro carriera. Spesso però in caso di danno o reazione avversa ci si ritrova davanti ad un muro omertoso. E' stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 143 del 23/06/2015 il decreto Ministeriale del 30/04/2015 che recepisce le direttive europee sulla farmacovigilanza (Direttive 2010/84/EU e 2012/26/UE). Il decreto introduce importanti modifiche sul sistema nazionale di farmacovigilanza per la raccolta e valutazione, ed introduce inoltre una tempistica ben precisa per la segnalazione: il segnalatore è adesso tenuto a trasmettere la scheda entro 2 giorni, ridotti a 36 ore nel caso di farmaci di origine biologica (vaccini inclusi), al responsabile della farmacovigilanza della struttura sanitaria di competenza (ASL, Azienda Ospedaliera, IRCCS). Questa disposizione favorirà l’individuazione precoce dei segnali di sicurezza assicurando una segnalazione tempestiva delle reazioni avverse. Sappiamo però per certo che troppo spesso il medico o il pediatra di base si rifiutano di segnalare le reazioni avverse oppure raccolgono la segnalazione senza inviarla, diminuendo sempre più la fiducia dei cittadini nei confronti delle Autorità Sanitarie.
In questa proposta di legge si avanza la richiesta di abrogare la L. R. n. 1 del 10 Gennaio 2000. Tale legge nell'art. 6 comma 1 recita: “Nei nidi d'infanzia e nei servizi di cui all'art. 3 pubblici e a finanziamento pubblico l'accesso è aperto ai bambini e alle bambine fino ai tre anni di età, senza distinzione di sesso, religione, etnia e gruppo sociale, anche se di nazionalità straniera o apolidi.”
Abrogare tale legge inserendo un divieto di accesso ai bambini non vaccinati con le quattro vaccinazioni obbligatorie, porterebbe al rischio di emarginazioni e atti discriminatori da parte delle istituzioni, delle strutture, degli altri bambini e degli altri genitori nei confronti degli stessi e dei loro genitori.
Le implicazioni ed i risvolti che non sono stati presi in considerazione sotto il profilo sanitario sono le seguenti:
  • come abbiamo descritto nella prima parte, le vaccinazioni sono farmaci, atti medici di profilassi preventiva e possono comportare dei rischi, anche gravi e permanenti.
  • I danni da vaccino non sono eventi rari e non sono nemmeno recenti, basti considerare che esistono leggi in merito ai danni da vaccino (L. 210/1992 e L. 229/2005), stabilendo addirittura graduatorie nel decreto ministeriale del 21 ottobre 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 9 del 13 gennaio 2010.
  • Uno dei punti principali di attaccabilità di tale normativa è costituita dal fatto che nessun vaccino porta ad una immunizzazione totale nel 100% dei vaccinati e che la durata dell'immunità è variabile da persona a persona. Il numero delle dosi e le tempistiche dei richiami vengono definiti in base a studi statistici. Se un bambino dovesse risultare non immunizzato verrebbe escluso anche lui?
  • In questo provvedimento si vorrebbe richiedere a tutti i bambini che dovrebbero usufruire di questo servizio di sottoporsi alle quattro vaccinazioni obbligatorie per legge (difterite, tetano, poliomielite e epatite b). In merito a difterite e poliomielite sono malattie dichiarate debellate e se effettivamente ci fosse un rischio concreto di un ritorno di tali patologie, dovremmo rivaccinarci tutti quanti con il vaccino antipoliomielitico orale, unico che possa conferire immunità in caso di vero rischio, come si può leggere dal sito dell'Istituto Superiore di Sanità: http://www.epicentro.iss.it/problemi/polio/polio.asp. In merito alla vaccinazione antiepatite B, divenuta obbligatoria in seguito ad una tangente(Corte di cassazione - Sezioni unite civili - Sentenza 12 aprile 2012 n. 5756 ), vi invito anche a leggere il Rapporto Seieva nel quale viene chiaramente scritto che tale vaccinazione non ha portato ad alcuna inflessione della patologia nell'età pediatrica. In merito infine alla vaccinazione antitetanica, essa non è una patologia trasmissibile e quindi sarebbe un dispositivo di protezione individuale e non collettiva.
  • Un tale provvedimento dovrebbe anche portare a sottoporre tutte le persone che entrerebbero a contatto con i bambini alla vaccinoprofilassi per tutte quelle malattie, poiché vorrei ricordarvi che nessun vaccino conferisce una immunità valida e duratura a vita.
  • Attuare un tale provvedimento significa che l’individuo affida la propria vita o quella dei propri figli nelle mani dello Stato e di autorità sanitarie che, come spesso vediamo nei fatti di cronaca, è sempre più sotto inchieste varie per atti di malasanità, errori umani o errori di tipo cognitivo.
  • Nell'ultimo punto vogliamo parlare delle attuali vaccinazioni. In Italia non esiste la possibilità di effettuare solo ed esclusivamente i quattro vaccini obbligatori e questo risulta alquanto grave, sia dal punto di vista economico, come evidenziato da una recente presa di posizione del Codacons dato che effettuare un esavalente il quale ne prevede due in più (antihib e antipertosse), sia dall'impossibilità data ai genitori di non poter effettuare solo le quattro obbligatorie oppure di evitare la componente antipertossica nel caso di reazioni avverse precedenti a tale componente.
    In merito alle implicazioni legali di tale proposta, in Italia abbiamo una Costituzione. Una Costituzione che ci dà dei diritti, come singoli e come società. Chi non vaccina o segue uno schema personalizzato, qualsiasi siano le sue motivazioni, non deve e non può essere ritenuto irresponsabile ed escluso dalla vita sociale. La nostra libertà di crescere figli sani e di inserirli in comunità, non può essere decisa sulla base di ideologie o, cosa ancora più grave, su interessi economici.
Vogliamo ricordare dal punto di vista legale che il diritto allo studio è inalienabile e non prevaricabile, e fa riferimento anche a quelle strutture che non rientrano nel campo delle scuole dell'obbligo, questo poiché gli asili nido rientrano nella categoria delle modalità di sviluppo della personalità del bambino e gli permettono di avviare il loro percorso verso la socializzazione con il mondo.
In merito alla legislazione nazionale, ricordiamo che la Costituzione Italiana afferma quanto segue:
  • Art. 2 - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
  • Art. 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
    È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
  • Art. 10 - L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
  • Art. 32. - La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
    Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
  • L’eventuale introduzione della vaccinazione coatta per legge nel nostro ordinamento sarebbe preclusa dalla Convenzione di Oviedo, recepita in Italia con legge n.145/2001, che, com’è noto, ha stabilito il fondamentale principio dell’autodeterminazione in materia di salute. Il motivo del contrasto con la Convenzione è che, essendo la vaccinazione un trattamento preventivo proposto a persone sane, non può sussistere lo stato di necessità che è l’unica situazione per la quale non è richiesto il consenso del paziente o del suo rappresentante legale.
  • L’unico modo in cui gli interessi del collettivo possano prevalere sul singolo individuo viene previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale, sentenza 307 del 1990, di cui vi cito un estratto:
Da ciò si desume che la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l'art. 32 della Costituzione se il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri, giacché è proprio tale ulteriore scopo, attinente alla salute come interesse della collettività, a giustificare la compressione di quella autodeterminazione dell'uomo che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto fondamentale. Ma si desume soprattutto che un trattamento sanitario può essere imposto solo nella previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che per quelle sole conseguenze, che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiano normali di ogni intervento sanitario, e pertanto tollerabili.”
Per quanto riguarda il Diritto Internazionale, ricordo:
- La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, art. 26 concernente il diritto all’istruzione e il diritto dei genitori di decidere in merito al tipo di formazione da dare ai propri figli (10.12.1948);
- Il Patto internazionale sui diritti economici del 19.12.1966 concernente il diritto di ciascuno all’istruzione;
- Convenzione internazionale dell’UNESCO contro la discriminazione nel campo dell’educazione, artt. 4 e 5 (14.12.1960);
Per quanto concerne le Convenzioni ed i Diritti garantiti dagli organi dell'Unione Europea, ricordiamo che è stata utilizzata la Convenzione per i diritti dei bambini delle Nazioni Unite (UNCRC), grazie alla quale troviamo l’articolo 24, in cui al comma 2 si afferma che qualsiasi decisione venga intrapresa da autorità pubbliche o istituzioni private, si deve prendere come considerazione primaria il bene del bambino, e da tutto quello che finora è stato riferito, non avviene certo per il bene dei bambini o della collettività.
Chiediamo pertanto che i diritti fondamentali nostri e dei nostri figli vengano rispettati, considerando che anche le nostre tasse servono per quei servizi da cui si vogliono escludere i nostri figli. Chiediamo che i vaccini rimangano non discriminatori così come avviene in altri paesi, per garantire ai nostri figli un futuro senza discriminazioni o distinzioni.
Chiediamo che la vaccinoprofilassi rimanga allo stato attuale, quindi non discriminante per l'accesso al servizio educativo 0-3 anni. Non chiediamo una abolizione, poiché comprendiamo quanto possa essere difficile informare correttamente i genitori senza eseguire ricatti sociali o terrorismo psicologico.
Comprendiamo di essere solamente un gruppo di genitori ma in qualità di cittadini di questa Regione, chiediamo però che vengano ascoltati anche i nostri pareri, poiché sappiamo tutti quanto possano essere lunghe le tempistiche per effettuare un ricorso nelle sedi opportune e nel frattempo assisteremmo ad atti di emarginazione o di discriminazione.
Vi ringraziamo per l'attenzione,
Cordiali saluti

Gruppo Genitori del NO Emilia Romagna