La difterite: considerazioni generali
Le
informazioni generiche sono su epicentro.iss.it:
l’agente patogeno è il batterio Corynebacterium
diphtheriae,
del quale sono conosciute 4
varietà
(var): mitis,
intermedius,
gravis
ed
infine belfanti,
cui corrispondono almeno 57
sierotipi
ed almeno 19
tipi
fagici. L’incubazione dura dai due (2) ai cinque (5) giorni.
Quando l’infezione riguarda l’apparato orofaringeo, i primi sintomi sono mal di gola, perdita dell’appetito e febbre leggera: entro due o tre (2/3) giorni, sulla superficie delle tonsille e della gola si forma una caratteristica membrana grigiastra, dai margini infiammati, che può anche sanguinare e assumere un colore verdastro o nero. Altri sintomi associati all’infezione possono essere gonfiore del collo e ostruzione delle vie respiratorie. Generalmente la difterite ha un decorso benigno. Chi sviluppa la patologia viene trattato immediatamente con antitossina (se necessario) ed antibiotici (eritromicina o penicillina), quindi viene messo in isolamento per evitare che contagi altre persone. In genere, già dopo due giorni di terapia non si è più contagiosi.
Quando l’infezione riguarda l’apparato orofaringeo, i primi sintomi sono mal di gola, perdita dell’appetito e febbre leggera: entro due o tre (2/3) giorni, sulla superficie delle tonsille e della gola si forma una caratteristica membrana grigiastra, dai margini infiammati, che può anche sanguinare e assumere un colore verdastro o nero. Altri sintomi associati all’infezione possono essere gonfiore del collo e ostruzione delle vie respiratorie. Generalmente la difterite ha un decorso benigno. Chi sviluppa la patologia viene trattato immediatamente con antitossina (se necessario) ed antibiotici (eritromicina o penicillina), quindi viene messo in isolamento per evitare che contagi altre persone. In genere, già dopo due giorni di terapia non si è più contagiosi.
La
tossina prodotta (identica per tutti le 4
principali varietà e
nei 57
sierotipi di
Corynebacterium diphtheriae) si diffonde
attraverso
il flusso ematico ed i suoi effetti avvengono sia
localmente(interessando
le prime vie respiratorie, formandovi placche e membrane che
riducendo lo spazio per il passaggio dell’aria rendono difficoltosa
la respirazione), sia
a distanza dalla zona di infezione(soprattutto
a livello cardiaco e sul sistema nervoso). Gli organi coinvolti
localmente variano a seconda del sierotipo di batterio: il più
diffuso colpisce gola, naso e talvolta le tonsille.
Nei
Paesi con clima temperato si diffonde durante i mesi invernali,
trasmettendosi per contatto diretto con
una persona infetta o,
più raramente, con oggetti contaminati da secrezioni delle lesioni
di un paziente.
Qui
potete trovare un approfondimento su tale patologia.
In
Italia la vaccinazione antidifterica risulta obbligatoria per legge
(Legge 6 giugno 1939, n° 891),può essere imposta con la forza solo
se si tratta di incuria/maltrattamento.
Ritroviamo
in questo studio quanto segue: “Il
popolo eschimese è molto sensibile alle infezioni respiratorie
superiori a contatto con il mondo esterno. Le infezioni batteriche
ordinarie si verificano raramente. Difterite e scarlattina sono
patologie clinicamente
sconosciute.
[…] l’immunità alla malattia ed i test cutanei negativi
dipendono dalla presenza di antitossine. Questo è interpretato come
dovuto ad immunità ereditaria naturale dipendente da qualche
meccanismo antitossico non specifico”
Vaccinazione
antidifterica
Per
quanto riguarda il vaccino antidifterico singolo dell'Istituto
Sierologico dello Stato della Danimarca, possiamo leggere a questo
link
il bugiardino.
I
problemi subentrano per il fatto che attualmente il vaccino in
formulazione singola non viene importato quindi è necessario farlo
in combinazione con la parte antitetanica almeno, se non in
combinazione con altri due, tre o quattro vaccini come risulta
evidente da questo
comunicato del 2014,
quindi non è possibile definire se una reazione avversa possa essere
o meno riconducibile alla componente antidifterica.
Durata
dell’immunità da vaccinazione
Quando
e se la vaccinazione conferisce immunità (vedesi i non-responder al
vaccino), essa protegge dai
soli effetti della tossina lasciando
in realtà circolante il batterio, che nei vaccinati può sia portare
ad una forma blanda di infezione che rimanere latente, attivo e
contagioso verso i non vaccinati e gli immunodepressi sino a sei mesi
– vedesi il caso di difterite avvenuto nel bambino di 6 anni in
Spagna nel 2015.
L’immunità
diminuisce
nel corso del tempo e
si dovrebbe ripetere un richiamo del vaccino ogni 10 anni circa.
Un'altra eventualità potrebbe riguardare la diminuzione
dell'immunità acquisita a causa della vaccinazione – esistono casi
in cui alcune persone in seguito al vaccino non hanno più avuto
alcuna o bassissima immunità.
In
questo
studio
troviamo quanto segue: “Negli ultimi 10 anni c’è stata una serie
di segnalazioni delle relazioni inerenti il riemergere o il
persistere della difterite, senza un grande calo nel corso degli
ultimi 25 anni. La patologia, che era comune tra i bambini sotto i
cinque anni in passato, sta colpendo bambini più grandi ( 5-19 anni)
ed adulti. La maggior parte dei casi segnalati sono di bambini che
erano non immunizzati o parzialmente immunizzati contro la difterite
[ … ] l’immunità acquisita tramite l’immunizzazione primaria
diminuisce
nella
prima infanzia.”
Nota
- Per un approfondimento più completo, vi rimando al seguente
indirizzo dove viene spiegato il ruolo del ferro e della vitamina C
in questa malattia -
http://www.quival.it/foods-and-drugs/difterite-approfondimento.html
Fonti
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